IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SOLUNTO
di Caterina Greco
La città ellenistico-romana di Solunto rappresenta sin dagli
anni ‘50 la zona archeologica forse più nota nella provincia di
Palermo, e certamente la più antica tra le aree di proprietà
demaniale direttamente gestite dalla Soprintendenza di Palermo. La ricerca
scientifica in questa zona vanta infatti una tradizione plurisecolare,
poiché l’avvio delle prime indagini archeologiche risale all’attività
della Commissione per le Antichità e Belle Arti costituitasi in
epoca borbonica, che intraprese scavi nel sito già dal 1825.
Com’è noto, Solunto fu una delle tre colonie fenicie (con Mozia
e Palermo) fondate nella Sicilia occidentale. Sorta sul promontorio di
Sòlanto, e distrutta dal siracusano Dionisio I agli inizi del IV
secolo a.C., la città punica fu ricostruita sulle pendici del vicino
Monte Catalfano nel corso del IV sec. a.C. Alla metà del III secolo,
in seguito alla prima guerra punica, passò definitivamente sotto
il dominio romano.
All’interno dell’area demaniale, che coincide con l’ambito della città
ellenistico-romana, sorgono imponenti rovine che svelano l’assetto urbanistico
dell’impianto organizzato secondo i criteri ippodamei. Oltre alle sontuose
abitazioni a peristilio, riccamente decorate da mosaici e pitture parietali
per lo più di epoca romana, nell’area archeologica si ammirano i
resti del teatro ellenistico, affiancato da un grande ginnasio dotato
di palestra, e dell’agorà delimitata sul lato occidentale da una
monumentale stoà a pareskenia.
Oltre al nucleo ellenistico, tuttavia, negli ultimi anni numerose scoperte,
originate da interventi finalizzati alla tutela, hanno portato alla luce
diversi settori dell’abitato arcaico.
Individuati sul promontorio di Sòlanto, in contrada S.Cristoforo,
e inoltre nello stesso periodo nuove ricerche hanno ampliato le nostre
conoscenze sull’estensione dell’ampia necropoli soluntina, sviluppatasi
ininterrottamente da epoca arcaica ad età ellenistica in località
Campofranco-Olivetano, ché è stata già oggetto
di saltuari interventi di scavo negli anni ‘70 ad opera della ex Soprintendenza
alle Antichità della Sicilia occidentale e che comprendeva un piccolo
nucleo demaniale acquisito agli inizi del ‘900 (tav. I).
Sotto il profilo dell’attività di tutela si può osservare
che la preoccupazione di salvaguardare questo ampio comprensorio territoriale,
caratterizzato dalla rilevanza delle presenze archeologiche e dall’evidente
valore paesaggistico, ha portato sin dagli anni ‘60 ad emettere diversi
e successivi provvedimenti di tutela, imposti ai sensi della L.1497/39
e della L.1089/39.
È del 1963 infatti il vincolo paesaggistico, che assoggetta
a tutela gran parte del territorio di Santa Flavia interessando in particolare
la fascia costiera su cui si collocano sia il rilievo di Solunto con la
città ellenistica , che l’area del promontorio di Sòlanto
sede dell’insediamento arcaico. Nel 1964 viene invece imposto il vincolo
archeologico, contestualmente diretto e indiretto, sulla fascia antistante
il versante meridionale della collina di Solunto, con l’intento di arginare
il già incombente sviluppo dell’edilizia residenziale e turistica
che sin da allora cominciava a premere sulla zona archeologica. Nel 1988,
con D.A. n. 2262 dell’Assessore pro ternpore ai Beni Culturali e Ambientali,
viene dichiarata la P.U. dell’ampliamento della fascia di esproprio intorno
all’area demaniale comprendente il perimetro della città ellenistica,
in modo da includere nella nuova zona i versanti collinari del rilievo
su cui insistono i resti delle antiche strade di accesso al centro antico.
NeI 1984 e poi ancora tra il 1992 e il 1997, infine, con successivi decreti
di vincolo archeologico, vengono soggette a tutela diverse aree nel promontorio
di Sòlanto e in contrada Campofranco-Olivetano, rispettivamente
pertinenti al nucleo dell’insédiamento arcaico e a un vasto settore
della necropoli soluntina. Per alcune di queste ultime aree sono inoltre
in itinere specifici procedimenti di espropriazione.
Gli esiti dell’attività di tutela unitariamente condotta dalla
Soprintendenza sono culminati nella redazione dei Piano Territoriale Paesistico
di Santa Flavia, curato su base interdisciplinare dalla Soprintendenza
BB. CC. AA. di Palermo e approvato dal Comitato tecnico-scientifico istituito
presso l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali Ambientali e della P.I.
nel settembre 1999.
Parallelamente a tale opera di salvaguardia, nell’ultimo decennio gli
sforzi della Sezione Archeologica si sono indirizzati nel dotare l’area
sia delle infrastrutture funzionali. ai moderni criteri della didattica
e della conservazione, sia dei servizi idonei a promuovere la fruizione
di un sito archeologico sempre più coinvolto dagli imponenti flussi
turistici che, specie nel periodo estivo, si riversano su questo suggestivo
e incantevole angolo della costa siciliana. Attualmente, infatti, l’area
demaniale di Solunto registra un numero pressoché stabile di 28.000
visitatori annui, con punte massime da aprile ad ottobre.
Con tale intento, e grazie ai finanziamenti della Comunità Europea,
sono stati pertanto realizzati la ristrutturazione del nuovo complesso
museale soluntino, articolato in due distinti padiglioni espositivi il
cui allestimento è attualmente in fase di completamento.
La definizione delle procedure espropriative, conclusesi nel 1999 con
l’immissione in possesso di diversi immobili definitivamente acquisiti
al demanio regionale, rende infine possibile la realizzazione di tutte
quelle opere infrastrutturali connesse alla valorizzazione del sito archeologico,
destinate a dare nuovo impulso al complesso delle attività scientifiche
e didattiche gestite dalla Soprintendenza e a contribuire in misura notevole
ad implementare il flusso turistico, già consistente e continuo
durante tutto l’anno.
A tal fine è stato perciò predisposto dalla Soprintendenza,
nell’ambito della programmazione di “Agenda 2000”, un progetto relativo
alla creazione dei servizi infrastrutturali e alla rifunzionalizzazione,
a fini didattici e tecnico-scientifici, degli immobili ricadenti all’interno
del “Parco Archeologico di Soluto”.
Poiché tra i lavori previsti è compresa la individuazione
delle aree e dei locali da destinare agli uffici e ai laboratori, la cui
attivazione è già stata concepita nell’ottica delle strutture
necessarie all’attività di una sede museale totalmente autonoma,
si ritiene che il concreto avvio del Parco Archeologico di Solunto
non possa essere determinato prima della effettiva realizzazione dei lavori
citati. Per tale ragione, nell’auspicare l’immediato :finanziamento del
progetto indicato, si ritiene che l’istituzione del Parco soluntino possa
divenire concretamente operativa non prima del 2002-2203. |