Le zone rurali sono un fattore fondamentale per l’Ue in quanto producono alimenti, tutelano il patrimonio e proteggono i paesaggi. A oggi infatti, di oltre l’80% delle zone rurali, il 40% è dedicato all’agricoltura. Tuttavia,   hanno subito perdite di popolazione, cambiamenti strutturali nell’agricoltura e nella silvicoltura, invecchiamento ed erosione dei servizi e delle infrastrutture, diminuzione dell’occupazione e dei redditi e un divario digitale urbano-rurale ancora significativo. 
Il 30 giugno 2021 la Commissione europea ha adottato la comunicazione una visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE ‘Verso zone rurali  più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040’. La comunicazione è incentrata sulle persone e fa parte del lavoro della Commissione su democrazia e demografia. La comunicazione è accompagnata da un Piano d’Azione, che delinea i principali strumenti di investimento nelle zone rurali e propone azioni che coinvolgano tutte le politiche dell’UE.

“Le aree rurali sono il tessuto della nostra società e il cuore pulsante della nostra economia. Sono una parte fondamentale della nostra identità e del nostro potenziale economico. Apprezzeremo e conserveremo le nostre aree rurali e investiremo nel loro futuro”
Ursula von der Leyen , Presidente della Commissione europea

La neoruralità rappresenta uno dei tratti culturali caratteristici della nostra epoca,  una reazione alla crisi della società occidentale: crisi che è insieme ecologica, sociale  etica e morale. La manifestazione più vistosa è il movimento a favore della rinaturalizzazione urbana e le iniziative di valorizzazione residenziale e turistico-ricreativa del territorio rurale, ma soprattutto alla riscoperta delle radici dell’antica civiltà contadina. In molti Paesi europei compresa l'Italia, si moltiplicano le esperienze   ed è in continua crescita il numero di cittadini che abbandonano le città e vanno ad abitare in campagna dove possono godere di una casa individuale con abbondante verde circostante, di cibi genuini, e ritmi tranquilli.  
Oggi sono quasi ventitré milioni gli italiani (il 40% del totale) che vivono in comuni definiti rurali (in aree con meno di trecento abitanti per chilometro quadrato): circa cinquecentomila in più rispetto a dieci anni fa. Il territorio italiano è di 30 milioni di ettari: 12,7 milioni sono coltivati, 10,5 milioni sono costituiti da boschi, 2,7 milioni è fatto di città.
Fenomeno di questi anni è il Downshifting,  per cui molti lavoratori stanno scegliendo di andare a vivere in campagna, dove fanno un lavoro con un salario più basso, minori impegni e maggior tempo libero. Datamonitor, agenzia londinese che si occupa di ricerche di mercato, stima che in tutto il mondo i lavoratori inclini a fare downshifting sono 24 milioni. Ogni anno, circa 315 mila cittadini britannici fanno una scelta di vita che va in quella direzione. Nel 2018, il ministero dei Servizi sociali australiani ha stimato che sono almeno un milione le persone, tutte comprese nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, che hanno deciso di scalare una marcia. La stragrande maggioranza (circa il 79%) lo ha fatto non solo cambiando lavoro, ma anche scegliendo di abbandonare la città per trasferirsi al mare e in campagna. 
In Francia, infatti, li chiamano néo-ruraux, neorurali: uno studio di Ipsos France dice che erano 100 mila nel 2008 e quasi il triplo l’anno successivo, due milioni 10 anni dopo.

Per il sociologo Corrado Barberis, scomparso recentemente, autore del libro La rivincita delle campagne (Donzelli): «Per i protagonisti dell’esodo, cinquanta, sessant’anni fa, la città era il paradiso: coppie costrette a vivere in ammucchiata si amarono in riservatezza; le donne decisero cosa mangiare senza chiederlo alla suocera; perfino la fede fu praticabile senza il controllo del parroco. Poi ci si è accorti che, se si ricreano alcuni aspetti dell’antica società fuori del suo contesto di miseria, le persone con cui si litigava erano quelle con cui si scherzava e rideva; l’occhio che faceva i conti nelle tasche del vicino era quello che lo proteggeva anche dai ladri».

La neoruralità pone in chiave moderna alcune questioni fondamentali per il futuro delle aree rurali  e non solo, il fenomeno sta affermandosi anche in Italia se pur con delle differenzazioni  in Sicilia.
 L’osservatorio neorurale ha l‘obiettivo di studiare il fenomeno per accompagnarlo con proposte di politiche adeguate attraverso analisi del territorio e ascolto degli stakeholder.

Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell'Innovazione in Agricoltura

La rete è lo strumento finalizzato alla “concertazione tecnica”, il punto di incontro e di scambio fra le esigenze dell’intero sistema (tecnico, scientifico ed economico) di un determinato settore e gli attori della ricerca scientifica e dello sviluppo rurale con l’obiettivo di: recepire le esigenze del settore, condividere, indirizzare e predisporre nuove attività di ricerca e innovazione, formazione e aggiornamento tecnico, nonché della divulgazione; elaborare strategie finalizzate al miglioramento della competitività e allo sviluppo rurale. Fondamentale è l’incontro con le imprese (focus, forum, tavolo specifico) al quale è essenziale che partecipino non solo le rappresentanze, ma anche i singoli imprenditori: dall’incontro devono emergere le priorità di intervento percepite dalla base produttiva in termini di ricerca, innovazione e sviluppo rurale. (tratto da Linee guida Innovazione e ricerca per l’agricoltura e lo sviluppo rurale

Gli  obiettivi
Promuovere la relazione fra le componenti del sistema della conoscenza e fra queste e gli utenti
Diffondere innovazioni e sostenerne l’adozione presso le imprese.
Far emergere i bisogni delle imprese.
Sostenere gli obiettivi di politica: competitività, sostenibilità, qualità delle produzioni, inclusione sociale.
Promuovere la crescita del capitale umano in agricoltura anche mediante tecnologie di comunicazione più moderne.
Sostenere le tre componenti fondamentali dell’AKIS: ricerca, formazione, consulenza.
Promuovere la formazione degli operatori dell’AKIS.
Incentivare le relazioni del sistema con la Società civile e le sue istanze.

Chi può aderire

Enti strumentali della Regione in materia agricola e agroalimentare.
Enti e Istituzioni che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, innovazione e ricerca.
Le rappresentanze agricole e agroindustriali, le unioni, le associazioni, la cooperazione agricola, gli ordini e i collegi professionali.
I Gruppi di Azione Locale (Gal),I Gruppi operativi (Go), I distretti del Cibo

Come aderire

Compila il Modulo di adesione
 

Decreti:

 

Parlamento Rurale Europeo Italy

Che cos'è il Parlamento Rurale Europeo (ERP)?

Una struttura politica, ma non partitica. "Parlamento rurale" non è una parte formale del governo, né è un parlamento nel senso di un organo legislativo o decisionale. Si tratta di un processo "bottom-up" di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e politici, per consentire una migliore comprensione e una politica più efficace e di azione per affrontare le questioni rurali.
Un Parlamento rurale è un processo che offre l'opportunità alle persone con un interesse per le comunità rurali di condividere idee, prendere in considerazione i problemi e le soluzioni. Il Parlamento rurale permette a persone e decisori di lavorare insieme su questioni prioritarie per sviluppare soluzioni nuove e creative, rafforza la voce delle comunità rurali e le aiuta a influenzare le decisioni che le riguardano. Il suo successo in Europa negli ultimi 20 anni ha ispirato l'avvio di un Parlamento rurale in ogni Stato.

Chi può partecipare al Parlamento rurale?

I membri possono essere organismi, istituzioni, organizzazioni pubbliche e private, associazioni, GAL, reti informali, singoli individui, ecc., che hanno a che fare, a vario titolo, con le politiche di sviluppo rurale (es.: agricoltura e agroalimentare, artigianato, cultura, turismo, MPMI, paesaggio rurale, servizi socioeconomici, socioambientali e socioculturali rurali, ecc.), purché non legati da alcuna forma di controllo o dipendenza ad enti governativi.

PARTECIPA ANCHE TU AL "EUROPEAN RURAL PARLIAMENT ITALY

 

Contatti

Responsabile     Dott.  Antonino Sutera  
Tel. 3667772639
E-mail:  osservatorio.neorurale@regione.sicilia.it

Responsabile U.O. Staff 1 : Dott.ssa Gjomarkaj Milvia 
Tel. 091-7076078 
E-mail: agri.staff@regione.sicilia.it

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